POTENZA, LA RICOSTRUZIONE DI SIMERI: “HANNO PICCHIATO TUTTI, ERAVAMO TERRORIZZATI”

Paura, delusione e rabbia: questi sono i sentimenti che si leggono negli animi dei calciatori e della società del Potenza. Dopo la sconfitta a Manfredonia per 2-1, i giocatori rossoblu sono stati aggrediti dai tifosi, che hanno colpito tutti, senza distinzioni, anche i più giovani. Alcuni hanno riportato contusioni, altri lesioni più gravi, ma sono soprattutto gli Under ad aver subito lo choc più grande: la delusione di vedersi aggrediti dai propri sostenitori. Ad avere la peggio Di Poto, Blandi, Simeri, D’Imporzano, Posillipo e anche l’ex tecnico Marra ha subito lesioni.

RICOSTRUZIONE- L’agguato è scattato ieri sera non appena il pullman rossoblù ha raggiunto lo stadio Viviani, dove i giocatori avrebbero dovuto riprendere le proprie automobili. Racconta un calciatore: «La porta centrale del pullman si è aperta ed un gruppo di tifosi col passamontagna si è fiondata su di noi. Alcuni picchiavano con le mani, altri, invece, avevano tirapugni in metallo. Siamo sotto choc ma pensiamo soprattutto ai più piccoli, con noi c’erano anche i ragazzi classe 1999, aggrediti come tutti gli altri». Una domenica nerissima per il calcio che avrà ripercussioni pesanti. C’è chi pensa addirittura di andar via da Potenza.

Hai sbagliato il rigore apposta, mi hanno detto. E hanno iniziato a picchiare, indistintamente, anche i ragazzi di sedici anni. Eravamo terrorizzati“. Queste le parole di Simone Simeri raccolte da Repubblica. Notte insonne quella successiva all’aggressione per il bomber di Fuorigrotta nella sua Napoli: “Sono tornato a casa alle due di notte e non ho chiuso occhio fino alle sei. Non mi era mai successo e non me l’aspettavo. Potenza è una piazza passionale, calda e l’ho scelta per questo: ci sono grandi motivazioni, fare bene qui sarebbe un ottimo trampolino. Ma con 9 gol in quindici partite essere accusato di aver sbagliato apposta e poi preso a schiaffi è davvero assurdo“. Simeri scende nel dettaglio dell’episodio: “Quando si è aperta la porta del pullman, hanno gridato il mio nome cercandomi espressamente. Io mi assumo ogni responsabilità per l’errore, ma l’accusa è infamante e insensata: perchè dovrei danneggiare me stesso e la squadra?“. La punta partenopea dichiarò di essere rinato nel capoluogo ora invece: “Mi sento deluso. Non mi aspettavo un’accoglienza del genere, è giusto contestare ma la violenza è inammissibile, soprattutto verso un gruppo dove ci sono 18enni e minorenni in lacrime. Ho un fratello della loro età e pensare che qualcuno possa pestarlo mi mette i brividi. Potenza non è questa, ho ricevuto centinaia di messaggi di solidarietà, che mi hanno fatto capire molto“.

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