RISCHIO FALLIMENTO MILAN SENZA GARANZIE? LA UEFA RESPINGE IL VOLUNTARY AGREEMENT PER INCERTEZZE RIFINAZIAMENTO DEBITO
L’Uefa ufficializza il no al Milan sulla richiesta di voluntary agreement. La camera di investigazione del Financial Body di Nyon ha deciso di non concludere l’accordo sui conti del fairplay finanziario con il club rossonero. Come si legge nella nota ufficiale, l’Uefa ha optato per la bocciatura “dopo un’attenta analisi della documentazione e delle ulteriore spiegazioni proposte”.
YONGHONG NON GARANTISCE – Due in particolare le questioni al centro del rifiuto Uefa. Il fatto che al momento permangono incertezze sul rifinanziamento del debito con Elliott in scadenza nel 2018. E le incertezze “sulle garanzie finanziarie fornite dall’azionista principale”, cioé Yonghong Li e la sua catena societaria tra Hong Kong, Lussemburgo e Isole Vergini Britanniche.
ORA SETTLEMENT – Il Milan continuerà a essere soggetto al monitoraggio Uefa e, come informa la Uefa, la situazione sarà valutata nuovamente a nei primi mesi del 2018. Il riferimento é al possibile settlement agreement in primavera che puó comportare per il Milan multe e limitazioni della rosa e delle operazioni di mercato in relazione alla necessità di chiudere il bilancio al di sotto di passivi prefissati. Fino alla sanzione estrema della mancata partecipazione alle coppe europee. Ipotesi al momento remota alla quale la Uefa ha fatto ricorso raramente in passato.
IL MILAN: “RICHIESTE UEFA IMPOSSIBILI PER CHIUNQUE” – Una decisione “attesa” e “rispettabile” ma figlia di condizioni “impossibili” da rispettare. Marco Fassone, amministratore delegato del Milan, ribadisce quanto detto nei giorni scorsi una volta che la decisione della Uefa di respingere la richiesta di voluntary agreement è stata ufficializzata. “E’ una decisione che era abbastanza attesa – le sue parole in un video sul sito del club – La Uefa, in una sua comunicazione di due settimane fa, ci aveva chiesto una documentazione finale che si riferiva a due cose impossibili da fare: completare prima della loro decisione il rifinanziamento con Elliott che scade il prossimo ottobre e fornire garanzie sufficienti a dimostrare la capacità della proprietà di finanziare il club e le perdite che il club farà nei prossimi anni attraverso una garanzia bancaria o il deposito di una cifra molto importante”. Cose che, secondo Fassone, “sono impossibili non solo per noi ma per qualsiasi club che si trova nella condizione del Milan. E quindi, nonostante abbiamo tentato con varie argomentazioni di spiegare alla commissione che, nonostante non siamo in grado di adempiere a queste due condizioni, tutta la documentazione prodotta dovrebbe essere sufficiente, anche se vincolata a determinati parametri, a stipulare un voluntary agreement, alla fine hanno deciso di non aderire alla nostra richiesta”.
Fassone non ha rimpianti. “Nella riunione di inizio novembre abbiamo prodotto una documentazione amplissima e importantissima, abbiamo esposto piani più ottimistici e meno ottimistici, abbiamo dimostrato le modalità attraverso le quali il Milan potrebbe far fronte a eventuali ricavi più bassi, in particolare dalla Cina, e a delle performance sportive non in linea con le nostre aspettative. “Dal punto di vista della pianificazione – insiste l’ad rossonero – la commissione è stata soddisfatta. Ma se ritiene che debba esserci una garanzia bancaria, bastava dirlo prima e avremmo previsto che sarebbe stato impossibile arrivare in fondo”. “Il Milan ha commesso delle violazioni rispetto al Financial Fair Play negli scorsi anni. Il tentativo che il Milan ha fatto è non ricevere sanzioni per violazioni commesse prima, non parliamo di sanzioni commesse adesso ma in precedenza. La decisione della Uefa è rispettabile ma il percorso tipico che dovrebbe incarnare lo spirito del voluntary agreemente dovrebbe essere quello di venire incontro ai club che cambiano proprietà e vogliono fare investimenti importanti per riportare il club su un palcoscenico internazionale di primo livello. Con queste modalità è impossibile il voluntary agreement, altrimenti avremmo dovuto decidere di non investire sul mercato e dilazionare molto la ripresa del Milan a un certo livello”, sostiene ancora Fassone, che ora si attende un settlement agreement. “Il Milan ha commesso delle violazioni rispetto al financial fair-play negli scorsi anni, 2014-15, ’15-16 e ’16-17. La Uefa non ha ritenuto la possibilità di non darci sanzioni e ci proporrà il settlement agreement e di accettare delle sanzioni economiche – che auspico non siano eccessive e in linea con quelle attribuite in passato -, presumibilmente delle restrizioni sportive sulla lista dei giocatori che devono partecipare alle competizioni e forse altre limitazioni”.
FASSONE SU DONNARUMMA – “Non c’è nessuna volontà del club di cedere Donnarumma che è un patrimonio umano, tecnico ed economico del club. Se un giorno sarà lui a venire da noi a dirci che non ha piacere a rimanere qui e che vuole fare nuove esperienze noi saremo aperti a valutare qualunque offerta arriverà. Basta che nessuno pensi di usare strane tecniche o strane metodologie per far si che venga venduto a cifre inferiori al suo reale valore di mercato. Io e tutti i dirigenti siamo qui per tutelarlo fino in fondo”. E’ la precisazione sul portiere rossonero dell’amministratore delegato del Milan, Marco Fassone. “Donnarumma mi è sembrato più sereno di quanto non fosse mercoledì, per lui e per il Milan è stata una serata difficile perché quando si manifestano questi episodi è un problema per il club,
per tutti e non solo per il giocatore -prosegue in un videomessaggio il dirigente rossonero-. Mi ha fatto piacere sia voluto venire alla festa dei ragazzi del settore giovanile che per anni è stata la sua casa e la sua dichiarazione su Instagram in cui spiega che non c’è stata alcuna forzatura nei suoi confronti nel sottoscrivere l’accordo che lo lega al Milan. Oggi l’ho visto più sereno e spero che le cose si stemperino e tornino alla normalità”.FONTE LA REPUBBLICA