SALERNITANA BACK HOME di Vincenzo Pellegrino

DI VINCENZO PELLEGRINO.Gli occhi fissi su quel prato verde. Fissi, quasi a voler guardare oltre, ma quell’ 1 a 0 pesava eccome. Pesava perchè in serie B ci andarono loro, in che modo lo ricordiamo tutti, e perchè per noi voleva dire fine, fine di una stagione travagliata, fine di un’ era, fine di una storia. E la fine fa sempre male, può poco la razionalità: sapevamo tutti che era meglio così, ma il cuore parla da solo, e la mente, in quell’occasione, poco poteva.Avevo ancora impressi i fotogrammi della settimana prima, di quel Di Bello di Brindisi, di quella direzione di gara surreale, apocalittica, segno evidente di un calcio malato. Loro ad esultare, noi a fare i conti con i nostri grandi demoni. Doveva salire il Verona, salì il Verona. Ma non fu il campo a decretarne la promozione.Prima di abbandonare lo stadio un ultimo sguardo verso quel settore ospiti gremito: ci ritroveremo. Undici contro undici. Era una promessa, dove trovassi la convinzione mi è, ancora oggi, ignoto.Noi sui campi sterrati del calcio dilettantistico, loro in serie B. Noi in C2, loro in serie A. Ma quella convinzione, al posto di affievolirsi, si rafforzava sempre più. Era tutto scritto, ci saremo rincontrati.Lì dove tutto finì. Proprio lì ora ricomincia il nostro cammino casalingo: per qualcuno mera casualità, per me la certezza che quelle parole invocanti riscatto, affidate al leggero vento di quel caldo pomeriggio estivo, sono -dopo tanto peregrinare- tornate a casa.Vincenzo Pellegrino