SQUILLANTE:LA VITTORIA LA SUA OSSESSIONE di Sergio Vessicchio

Squillante l’allenatore maledetto, la sua maledizione la vittoria. Per il tecnico sarnese non esiste altro, un ossessione che da sempre lo assilla, la sua attenzione e il suo lavoro è proiettato sempre per il massimo risultato e non venitegli a parlare di pareggio rischiereste di farlo arrabbiare. Gigi Squillante è così, un allenatore dannato da una maledizione chiamata vittoria. Il trionfo contro il Sorrento è la dimostrazione di quanto diciamo da diversi anni a questa parte, Squillante non conosce altro risultato se non quello della vittoria e quando non la ottiene sarebbe capace di scavare il mondo con le mani pur di riuscirci, pronto a mettersi contro tutto e tutti, anche contro i santi in paradiso pur di ottenere i 3 punti. Non è un caso, le squadre di Squillante sono vulcaniche proprio come il suo allenatore, si divertono e fanno divertire, e quando questo non è possibile allora diventano concrete, ciniche e spietate proprio come contro il Sorrento di Guarracino che da sempre pratica il non calcio, una lezione tangibile di quante risorse sia dotato questo allenatore che proviene dalla gavetta vera, dai campi polverosi delle categorie inferiori non mutando mai il proprio credo e la propria mentalità ovvero quella di giocarsela spavaldamente a viso aperto contro chiunque si ponga davanti al suo tragitto, che si chiami Sorrento o Real Madrid cambia poco, Squillante è così, ha la spavalderia degli incoscienti, per qualcuno la pazzia di chi non guarda in faccia a nessuno tanto da da inserire 4/5 attaccanti a partita in corso sbilanciando la propria squadra pur di ottenere il massimo risultato. Lo ricordiamo con il suo Ippogrifo dei miracoli, il Gladiator dei record, con la Battipagliese e le sue vittorie (tante) al 90′, con la sua Ercolanese dopo che perdeva in casa 0-2 contro il Roccella rimontando 3-2 inserendo ben 4 attaccanti, e tante e tante altre ancora. Per tanti questa si chiama arroganza, per lui ossessione. Squillante è questo, o si odia o si ama, e se la sua dannazione è quella della vittoria allora il mix delle due componenti diventa esplosivo per un connubio che porta a un solo unico denominatore: LA VITTORIA. Sergio Vessicchio