CAGLIARI – Alla Sardegna Arena va in scena il match che sovverte i numeri e conferma che il calcio non è una scienza esatta. Vince il Cagliari, in rimonta. Brutto, sporco ma caratterialmente cattivo fino al punto di rovesciarla con la sola forza della determinazione. Al limite dell’intimidazione, visto che il gioco non è di quelli da ricordare. Vince in rimonta un Cagliari che non trovava la forza di conquistare uno straccio di punto da tre settimane. Vince e ritrova il gol e il gol si chiama Pavoletti, doppietta, per salire a nove gol personali in stagione.

Perde invece il Parma, reo di deragliare quando l’aveva messa sulle rotaie giuste, in vantaggio al primo tiro e poi disputando un match ordinato. Si sporca la statistica dei Ducali che hanno fatto più punti fuori casa di quelli ottenuti al Tardini (16 su 29). Primo tempo – Deciso a dare una robusta sterzata al suo momento, il Cagliari parte fortissimo nell’atteggiamento. Il Parma viene letteralmente braccato in ogni angolo del campo. Veementi, cattivi. Maran ha scelto Padoin per neutralizzare il pericolo numero 1 che è Gervinho. Ma in realtà è l’ivoriano a dover rincorrere l’ex juventino per tutta la prima parte del match. Lo stesso capita a Biabiany che arranca rincorrendo la sfrontata giovinezza di Pellegrini. In mezzo, il Cagliari prova a sfruttare la predisposizione al lancio di Cigarini, perché Joao Pedro non trova la consueta qualità nel tentare di giocare tra le linee.

Pavoletti, due schiaffi al Parma: la fotocronaca del match

Ma per mezz’ora, e oltre, il campo sembra a una porta, sebbene Pavoletti debba fare i conti sulla coppia meravigliosamente assortita che l’esperienza di Alves e il roseo futuro di Bastoni compongono. L’assalto del “Casteddu” è continuo, ma – per rimanere nella suggestione “medioevale” – non va oltre il fossato. Il Parma si chiude bene, Sepe vede volare sui lati molti palloni, ma verso di lui Pavoletti calcia sempre fuori. E nella sola conclusione cattiva e precisa, Deiola scarica una gran botta dal limite che ha il solo difetto di essere centrale.

Una prima tegola alla spinta continua dei sardi è l’infortunio al giovane Pellegrini, il cui sostegno laterale alla manovra era stato efficace, così come le sue diagonali profonde tornando in difesa. Lykogiannis non pare poter garantire la stessa qualità. E quando a fine tempo, il Cagliari deve fisiologicamente tirare il fiato, il Parma va a segno. Se Gervinho non trova mai gioco perché ripetutamente raddoppiato, Inglese è divino nell’appoggio al centrocampo, sembra stare davvero bene. Uscendo dalla zona nevralgica, fa spazio ai compagni. E al 40′ Kucka trova così spazio in mezzo alòl’area per andare a incornare un cross di Gobbi, uno dei tanti ex, mettendo la palla tra le mani di Cragno e la traversa. Chirurgicamente il parma e avanti, il gelo cala sulla Sardegna Arena, dove comincia la contestazione ai rossoblù: dalla società ai giocatori.

Secondo tempo – Maran prova a ricaricare le pile ai suoi nell’intervallo. D’Aversa al contrario predica più precisione dalla cintola in su, dietro ha visto i suoi, da Iacoponi a Gobbi, ma anche con Stulac, Barillà e le punte, giocare difensivamente la partita perfetta. Il Cagliari però ha poche idee e poche frecce al suo arco. Il parma prende campo, D’Aversa vuole di più dai suoi attaccanti. Sulla manovra, la partita non cambia, sulla manovra il parma non perde. E allora cosa determina il cambiamento climatico? Due palle inattive, termometro della voglia di cambiare, della rabbia di rovesciare questo momento no.

“Era tanto che prendevamo schiaffi” dice Pavoletti alla fine. “Oggi li abbiamo dati noi”. Ha ragione. E non solo metaforicamente, perché il Cagliari, contestato dai tifosi per tutto il match, getta il cuore oltre gli ostacoli. E sfrutta appunto una palla inattiva per arrivare al pareggio. Ceppitelli svela l’inesperienza del predestinato Bastoni, sale a fare da sponda aerea in area di rigore e Pavoletti in spaccata anticipa Sepe e fa 1 a 1.

Il pareggio parrebbe la conclusione ovvia del match, ma a spiccioli dalla fine Barella da sinistra mette in area la madre di tutti i traversoni, il pallone ideale per Pavoletti che sale in cielo e con un tocco solo apparentemente facile indovina l’angolino. Sorpasso. Il forcing finale degli emiliani che D’Aversa schiera più offensivi chiamando in campo Siligardi e Ceravolo non dà esito. La sola nota sostanziale è la follia di Joao Pedro che scalcia Kucka e poi protesta, doppio giallo a tempo di record. Espulso. La più dolce delle espulsioni. Solo pochi istanti dopo Manganiello fischia la fine.

Cagliari (4-3-1-2): Cragno, Padoin, Ceppitelli, Pisacane, Pellegrini (32′ Lykogiannis), Deiola (11′ st Despodov), Cigarini, Ionita, Barella, Pavoletti, J.Pedro. All.Maran.
Parma (4-3-3): Sepe, Iacoponi, Alves, Bastoni, Gobbi, Kucka, Stulac (19′ st Rigoni), Barillà, Biabiany, Inglese, Gervinho. All. D’Aversa;
Arbitro: Manganiello;
Marcatori: 40′ Kucka (P), 20′ st Pavoletti (C), 40′ st Pavoletti (C);
NOTE: Ammoniti: Cigarini (C), Bastoni (P), Deiola (C), Pavoletti (C); Espulsi: Joao Pedro (C). Rcupero: 2′ e 3