TORNA ZEMAN, MAESTRO DI RETROCESSIONI ED ESONERI di Sergio Vessicchio

E’ l’allenatore più esonerato, più retrocesso e più scarso d’Europa ma trova sempre squadra. Zdenek Zeman è tornato a Pescara con un ingaggio anche molto alto, sarà il curatore fallimentare di questa squadra. Non fa notizia il fatto che lui sia tornato ad allenare in Serie A, fa invece notizia che lui sia tornato ad allenare. Non si spiega perchè uno così scarso, senza sapere l’ABC del calcio e senza avere una cognizione di squadra, ancora possa guidare una formazione di Serie A anche retrocessa. I suoi fallimenti calcistici, fanno rabbrividire. Portato dalla stampa, dal sistema e dalla corte degli incompetenti perchè ha cavalcato la cosa che più fa guadagnare nel calcio, l’anti juventinismo e ora ancora trova chi lo crede. Si può dire che ha portato il Pescara in serie A per cui qualcuno forse gli è rimasto affettivamente legato, non si spiega però il contratto anche per l’anno prossimo a questo incompetente e parolaio. Ancora lo regge il sistema? Ancora lo spinge l’anti juventinismo? Ma cosa può insegnare o dire ad una squadra di calcio un incompetente matricolato da retrocessioni e esoneri? Cosa può dire ad una squadra già retrocessa uno che non ha mai lanciato un calciatore se non quel Signori che è stato pure arrestato nel calcio? Signori è stato l’unico giocatore inventato da Zeman il quale si permette di dire che è stato lui lo scopritore di Totti, mentre sanno tutti che il “pupone” lo ha inventato Mister De Rossi, è stato fatto esordire da Carlos Bianchi ed è stato valorizzato da un altro incompetente nazionale, Carletto Mazzone. Ne ha inguaiati invece di giocatori Zeman, ne ha distrutti di calciatori promettenti, ma la stampa vi parlerà solamente di qualcuno. Lo chiamano il “maestro”, ma maestro di cosa? Retrocessioni ed esoneri forse. Povero Pescara, non per la già certa retrocessione, ma perchè si troverà di fronte ad esonerare l’allenatore più esonerato nel calcio mondiale. Resta l’arcano di come fa ad allenare ora e di quale potere forte lo possa spingere. Sergio Vessicchio