UN CALCIO AL VIRUS MA CON INCUBO QUARANTENA di Guglielmo Stendardo
Habemus Serie A ma ad arbitrare sarà sempre un maledetto virus. Dopo il via libera del Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora e del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte si tornerà in campo il 20 giugno per terminare entro il 2 agosto la stagione sportiva 2019 /2020. Saranno 127 gare in 50 giorni, il clima sarà infuocato, sarà determinante la preparazione atletica e l’aspetto motivazionale, come sempre, farà la differenza. Ogni nuovo inizio è un’esplosione di energia, ma anche un labirinto di incognite. Intanto il protocollo passa l’ esame a pieni voti: doppio pullman, gli arrivi sfalsati delle squadre e la limitazione di 300 persone all’interno dello stadio, sono tra le tante e minuziose misure necessarie per il comitato tecnico scientifico che ha finalmente apprezzato e condiviso lo sforzo della FIGC. Il nodo cruciale è quello relativo alla quarantena nel momento in cui vi potrebbe essere all’interno del gruppo squadra un caso covid e questo determinerebbe evidentemente ripercussioni sul calendario. Ed è proprio rispetto a questa misura che sarà indicativa la curva epidemiologica nei prossimi giorni che potrebbe anche spingere gli scienziati e di conseguenza il governo, a una possibile attenuazione emulando il modello Bundesliga.
Nel frattempo in Inghilterra si riparte il 17 giugno, in Spagna l’11 giugno e anche in Danimarca con i tifosi via zoom. Intanto la FIFA ha già posto le basi per prolungare i contratti sino alla chiusura della stagione, anche l’Uefa ha approvato questa linea. E, inoltre, ha prescritto di lasciare inalterate le rose delle competizioni europee sino alla fine di agosto. Tocca ora alle singole federazioni normare il tutto. La Figc ha già derogato l’articolo 47 delle NOIF, prolungando la durata della stagione sino alla fine di agosto. Ora serve il resto. Il dialogo costruttivo tra le leghe, Assocalciatori e Assoallenatori(le società confermeranno le rose attuali)determinerà la gestione di una fase inedita di transizione. Tutti speravamo di tornare a giocare ma non è il caso di esultare, se non altro per rispetto verso chi, in tre lunghissimi mesi, ha perso la vita o i suoi cari. Lo pandemia imporrà comportamenti virtuosi, le gare a porte chiuse e gli Stati vuoti, Ora sono inevitabili. Sarà come assistere a un film senza la colonna musicale.
Mai come in questo momento, L’Italia ha bisogno di un’operazione verità, bisogna dire davvero come stanno le cose, questo è un momento tragico per tutti e non eravamo pronti ad affrontarlo. Occorre presentare delle riforme credibili e rigorose, sarebbe il primo passo necessario da attuare. Non si può vivere solo di sussidi, prioritario e’ concentrarsi sulla crescita del nostro paese attraverso le energie migliori del nostro sistema. A colpi di populismo e di euroscetticismo non si va da nessuna parte, il caos continua a governare in queste ore: Lo Stato contro le regioni, le regioni contro i comuni, i comuni tra di loro. In un momento di estrema emergenza come questo, anziché litigare e badare ai propri interessi, un popolo dovrebbe stare insieme e le istituzioni dare il buon esempio. Iniziamo dallo sport che non può essere solo business, ma un ‘ agenzia educativa per I tantissimi tifosi e soprattutto per le nuove generazioni.Avv.Guglielmo Stendardo