VIDAL, RITIRO DELLA PATENTE E OBBLIGO DI FIRMA, IL CILENO: “ARRESTATEMI, MA COSI’ ROVINATE IL CILE”

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Se l’è cavata su tutta la linea, Arturo Vidal. Non solo dinanzi al Tribunale di Garanzia di San Bernardo, ma anche con il ct cileno Sanpaoli. “La decisione è provare a vedere come sta e considerare che per noi è un giocatore molto importante – ha detto il tecnico della Roja in una conferenza stampa improvvisata -. Ha fatto un errore che non è così determinante per escluderlo“. Sampaoli, poi, è entrato nel merito della decisione: “Vidal si è sempre comportato bene con noi. Ha commesso un errore, ma ci sono molte cose da mettere sulla bilancia – ha aggiunto -. Ho parlato con lui oggi, era molto preoccupato per le condizioni della moglie, ma voleva conoscere la posizione del corpo tecnico in merito a questo genere di cose“. Infine, il ct cileno è tornato sull’attaccamento alla maglia della Roja da parte del giocatore della Juventus. “Non mi piace escludere qualcuno perché ha commesso un errore – ha ribadito Sampaoli -. Ho sempre apprezzato Vidal, anche nel momento in cui ha messo a rischio il suo futuro per la nazionale“, ha concluso, riferendosi all’infortunio al ginocchio dello scorso anno, che non gli ha comunque impedito di giocare i Mondiali.
LA SENTENZA — Ritiro della patente ed obbligo di firma mensile presso il Consolato cileno di Milano. È stata questa la sentenza emessa dal Tribunale di Garanzia di San Bernardo nei confronti di Arturo Vidal, colpevole di aver provocato un incidente d’auto, stanotte, con un tasso alcolemico superiore al consentito (1,2 grammi per litro contro 0,8). Il Tribunale ha, inoltre, indicato in 120 giorni il tempo massimo per svolgere le indagini. L’udienza di formalizzazione dell’accusa di guida in stato di ebbrezza era iniziata alle 11.10 ora cilena (le 16.10 italiane). Il pubblico ministero aveva chiesto per il giocatore proprio ciò che il Tribunale ha stabilito.
L’ARRESTO — Nelle ultime ore, l’emittente locale Bio Bio ha diffuso il video del fermo di Vidal. Nonostante le immagini non siano nitide, poiché girate con uno smartphone, si sente il centrocampista cileno rivolgersi in questo modo agli agenti: “Arrestatemi, ma così rovinerete tutto il Cile“.
ACCOGLIENZA — Dinanzi al Tribunale si era raccolta una folla numerosa di giornalisti, fotografi e operatori tv. Presenti anche centinaia di tifosi che protestavano a favore del giocatore della Roja. Per tenere a bada la folla, secondo quanto riferiscono i media cileni, la gendermeria è stata costretta ad utilizzare gli scudi, per evitare l’ingresso nel Tribunale.
Giulio Di Feo

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