AGROPOLI LANDOLFI SBATTE LA PORTA E SE NE VA ALLA VIGILIA DELLA PARTITA CON IL TIGER CADE L’ULTIMA BANDERA

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landolfi mixHa svuotato l’armadietto dopo 5 anni di passioni,incomprensioni e anche tante amarezze e con le gioie vissute di riflesso e i momenti peggiori da protagonista perchè era l’unico a metterci la faccia per la sua agropolesità. Sarà stata dura affrontare campionati,partite da miglior giocatore ma in panchina.Tutti gli allenatori gli anno preferito altri e lui con religioso amore verso la squadra e grande rispetto verso la dirigenza e i tifosi e il suo cognome il più importante della città perchè è quello di un suo parente un tenente che ha dato la vita per la patria,ha accettato l’ingiusto ridimensionamento e il ruolo frustrante di panchinaro.Non ce l’ha fatta più,è scappato,scoppiato, scrivendo una lettera che sembra quasi uno sfottò ma che sfottò non può essere perchè GianMarco  è un puro,un vero un bambinone e l’ha scritta con il cuore. Un ragazzo di classe nei comportamenti raggirato dai mediocri del pallone agropolese vero Nicola Volpe. Se non conoscessimo il ragazzo sin dai tempi dell’asilo parleremmo della lettera come  una noiosa retorica  e invece proprio per il suo carattere da  buono impulsivo il commiato lo ingentilisce e lo rende forte davanti alla strada che ora percorrerà libero senza scrupoli e senza pesi.Sarà stata dura anche la scelta di dire addio di non poter coronare il sogno di essere la bandiera della squadra della sua città con quel cognome che si ritrova che già sventola sui pennoni di Agropoli e nel cuore degli agropolesi.Ora di Agropoli ci rimane solo D’Avella nipote di una grande bandiera del calcio nazionale come Vincenzo Margiotta ma presto anche lui troverà altre sistemazioni visto che non trova spazio.Gioco forza sotto accusa sono coloro che hanno gestito il calcio giovanile in città per 20 anni incapaci di dare un giocatore alla prima squadra.E qui sarebbe lunga da raccontare.Meglio lasciar perdere per il momento.GianMarco è lo spunto cronistico di questo servizio,Landolfi dice addio con la squadra in partenza per la Sicilia senza difensori un ruolo non suo ma che,pur di giocare,si era cucito addosso e poteva farlo ancora una volta aiutando la squadra nel momento difficilissimo nel  crocevia di un campionato ancora da decifrare e dove può essere da protagonista.Landolfi ha gettato la spugna non se l’è sentita di rimanere proprio perchè è un ragazzo vero,sincero che non sa fingere e quando ha indossato la maglia dell’Agropoli lo ha fatto con amore e la maglia è diventata un solo involucro con la pelle e il sangue. Se ne va l’ultima bandiera,l’ultimo baluardo ,cade l’ultimo vessillo non sappiamo se alla vigilia di una prospettiva professionistica o di un grande salto nel vuoto che diventerebbe un buio insopportabile.Non sia mai. Sergio Vessicchio

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