Ennesima rivoluzione in vista per il calcio italiano, probabilmente la tanto attesa svolta giusta per evitare un crollo sempre più vertiginoso. Una rivoluzione che toccherà i primi livelli del pallone nostrano, dalla B alla Premier dei dilettanti. Prima Lega Pro, poi Serie C, in futuro B2. La terza serie del calcio italiano nei prossimi anni cambierà radicalmente volto e, probabilmente, anche nome. Tutto merito della riforma del calcio professionistico italiano in cantiere da tempo, ma che finalmente dovrebbe aver luogo nei prossimi tre anni, con partenza fissata alla stagione 2019/2020 con conseguente riformulazione di regular e post season della 2018/2019.

La Lega Pro, in un disegno condiviso sia dal patron della FIGC Tavecchio che dal capo della Serie C, Gravina, verrà accorpata alla Lega di Serie B: una sola Lega formata da due campionati che potranno interagire nettamente meglio di quanto accade adesso. Con l’obiettivo – evidenzia tuttolegapro.com – di evitare il boom di fallimenti e difficoltà economiche tra i club che attualmente retrocedono dalla cadetteria alla terza serie. All’interno di questo progetto è previsto anche un cambio di nome: il campionato di B diventerebbe “B1” mentre quello di C verrebbe denominato “B2” e passerebbe dalle 60 squadre previste attualmente dalle NOIF a 40, con la perdita di un girone.

Il disegno di riforma, però, è più ampio e prevede anche la creazione di una Serie D Elite, un campionato semi-professionistico formato da 3/4 gironi e gestito dalla LND di Sibilia con numerosi sgravi fiscali. Anche questa sarebbe una novità utile in chiave economica per evitare la moria di squadre che chiudono battenti retrocedendo dalla Serie C alla D: in pratica tornerebbe in vita la vecchia C2 (negli ultimi anni di vita diventata 2^ Divisione) ma con meno tasse e obblighi per le squadre. Subito sotto, infine, vi sarebbe la “solita” Serie D con i suoi 9 (o forse 8) gironi.

Non contemplata ma pronta ad esser di nuovo tirata fuori la tanto discussa introduzione delle squadre “B” dei top team di Serie A. La Lega Pro, così, si scinderebbe a metà: una parte entrerebbe a far parte del circuito di Serie B, un’altra si avvicinerebbe al mondo dilettantistico. Una scelta – conclude l’analisi tuttolegapro.com – che rispecchia l’attuale divisione presente in terza serie, con club dai budget milionari da far invidia a club di A e B e altri che lottano per sopravvivere con somme spesso minori di quelle investite da team di Serie D e con tasse e obblighi nettamente superiori.

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