IL CARPI E’ IN SERIE A, PARI INDOLORE COL BARI E PROMOZIONE STORICA

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L’eredità della sfortuna del più illustre concittadino non è ricaduta sulla squadra locale. Il Carpi, non crollando sul più bello come il carpigiano Dorando Pietri ai Giochi Olimpici londinesi del 1908, ha tagliato il traguardo della sua maratona con la storia: la prima promozione in Serie A. È bastato un pareggio con il Bari (0-0) per agguantare il traguardo con quattro giornate d’anticipo. Lo sbarco tra i grandi, degno regalo per i 106 anni complessivi di vita e i 15 di rinascita (causa fallimento nel 2000) del club, conclude un’intera stagione vissuta prima da sorprendente protagonista, poi da capolista solitaria e infine da trionfatrice assoluta.

 

Impresa low cost fatta in casa  

La salita ha avuto un prezzo modico: solo 100mila euro spesi in cartellini la scorsa estate e un monte ingaggi complessivo da 2,5 milioni. Cifre che fanno gridare al miracoloso fuori programma. Questo Carpi, infatti, era stato originariamente allestito per una tranquilla salvezza: taglio del budget, nessuna spesa pazza e occhio ai conti. Ma il fiuto per gli affari del ds Cristiano Giuntoli, accompagnato da quel pizzico di fortuna che non guasta mai, ha cambiato i piani: tante scommesse azzeccate e la scelta di mettere in panchina uno specialista in promozioni, ora arrivate a nove, come Fabrizio Castori. Per non parlare del quasi percorso netto da 26 punti su 30 raccolti tra le mura amiche del «Sandro Cabassi» nel girone d’andata che ha aperto la strada alla fuga verso per la promozione.

 

Cooperativa totale

L’unione ha fatto la forza del Carpi. Fuori dal campo con una società basata su ungroviglio armonioso di imprenditori locali operanti nella maglieria: i proprietari Stefano Bonacini e Roberto Marani, titolari del marchio «Gaudì», convivono tranquillamente con il presidente azionista di minoranza Claudio Caliumi, patron della griffe di moda femminile «Marilena», e con lo sponsor «Blumarine» della famiglia Tarabini. Ma anche sul rettangolo da gioco con una squadra piena di elementi che si sono rivelati utilissimi e funzionali alla causa: dalbomber Jerry Mbakogu all’ala con il vizietto del gol Antonio Di Gaudio, passando per l’attaccante pescato nei Dilettanti Kevin Polenta, il capitanoFilippo Porcari e il portiere brasiliano Gabriel, in prestito dal Milan.

 

Effetti collaterali  

Certo, non tutte le ciambelle vengono con il buco. E qualcosa, in questo anno di grazia, è andato storto anche al Carpi, come la positività per la presenza di benzoilecgonina, un metabolita della cocaina, riscontrata a Fabio Concas (che poi ha risolto il contratto con il club) in un controllo antidoping al termine del derby d’andata con il Modena. E anche la promozione porterà, molto probabilmente, un effetto collaterale come l’esilio a Modena per giocare le gare interne. «Se sale il Carpi, fra due o tre anni non abbiamo più una lira dai diritti televisivi», scappò di bocca lo scorso gennaio a Claudio Lotito, presidente della Lazio e uomo forte in Lega Calcio e Figc, nella famosa telefonata registrata da Pino Iodice, dg dell’Ischia Isolaverde. Ora, riascoltata a promozione del Carpi avvenuta, quella frase ha anche il meraviglioso suono di una missione impossibile diventata realtà.

 

Matteo De Santis

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