L’INCHIESTA SULLA MALAVITA INTER UNA VERA E PROPRIA MAFIA OPERATIVA
Il sistema Curva Nord Milano: finte onlus, affari e criminalità
L’INDAGINE SUL CUORE PIÙ NERAZZURRO DEL MEAZZA – Potere. Accessi abusivi allo stadio, bagarini, parcheggi vip, legami ambigui con la dirigenza nerazzurra e con politici di Fratelli d’Italia e Lega
Un’indagine inedita a livello nazionale condotta dalla Digos ha portato alla luce l’anatomia criminale che si cela dietro la Curva Nord, la parte più calda del tifo dell’Inter. Nel mirino delle autorità investigative, l’uomo d’affari noto come lo “Zio” Vittorio Boiocchi, dominatore di affari e traffici illeciti. La sua influenza ha permeato la scena per poco più di tre anni, dal 2019 fino alla sua tragica morte sotto casa il 29 ottobre 2022.
Il libro mastro dello “Zio” Boiocchi, liberato nel maggio 2018 dopo tre decenni di carcere, rivela – secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano – una serie di attività losche. Tra queste, accessi illegali allo stadio, bagarinaggio con la complicità di alcuni dirigenti dell’Inter (non sotto inchiesta, anzi ritenuti parte lesa dai pm poiché “vittime dei comportamenti minacciosi degli ultras”), gestione di parcheggi VIP, investimenti in sale scommesse, conti bancari, cassette di sicurezza e legami politici di alto livello.
Al centro di questa intricata trama, spunta l’associazione “We are Milano”, originariamente creata per organizzare eventi benefici in collaborazione con la comunità Exodus di Don Mazzi. Tuttavia, secondo la Digos, la realtà è ben diversa: si tratta di una facciata legale utilizzata per inserire nel consiglio due europarlamentari, Carlo Fidanza di FdI e Silvia Sardone della Lega (non indagati), al fine di conferirle maggiore credibilità e facilitare i contatti con la dirigenza dell’Inter, considerando che le società di calcio non possono interloquire direttamente con gli ultras.
“We are Milano” è solo uno dei tanti rami di un’associazione a delinquere all’interno della Curva Nord, con collegamenti al calabrese Giuseppe Caminiti, parente del narcotrafficante della ‘ndrangheta Salvatore Papandrea, responsabile della gestione dei parcheggi VIP nello stadio. Le indagini rivelano che Caminiti è stato stipendiato dalla società Kiss and Fly, parte di un consorzio con un contratto di gestione da 1 milione di euro con Mi-Stadio, srl, equamente diviso tra Inter e Milan.
Il Consiglio di Amministrazione di Mi-Stadio ha visto alternarsi politici e figli di politici, come Geronimo La Russa. L’indagine della Procura di Milano, ancora aperta, si è concentrata sulle dinamiche interne alla Nord, con particolare attenzione alla gestione imposta da Boiocchi. Dopo la sua morte, il direttivo è stato modificato, ma soggetti già legati allo “Zio” sono rimasti coinvolti nella gestione.
Il controllo della Curva Nord è ora nelle mani di un ristretto gruppo noto come il “cerchio magico degli otto”, che si riunisce settimanalmente. Tra di loro, oltre a Bosetti e Beretta, figura anche Jacopo Pedrazzoli, leader degli Irriducibili e membro del movimento di estrema destra Lealtà Azione.
Insomma, da un lato gli affari e all’altro l’ala militare addestrata per gli scontri nelle palestre del Corvetto. Del resto, il modo di rapportarsi con la società Inter e le richieste avanzate, scrive la Digos, «segue una logica di stampo mafioso» con «tentativi di intimidazione finalizzati al raggiungimento di illeciti scopi».
Il piano è tessere rapporti in un delicato equilibrio, spiega la Digos, «fra l’incutere timore e l’attenzione a non palesare un’esplicita minaccia, salvo poi rivelare la propria vera natura violenta e criminale quando le circostanze non rendano più efficace tale genere di approccio». Indicativa la gestione di biglietti e tessere. Centinaia gli ingressi abusivi registrati dalla Digos. Con un evidente rischio per la sicurezza pubblica.
Il controllo del bagarinaggio, gestito per le tessere nel retro del Baretto, mette in evidenza poi un serrato controllo del territorio da parte della Curva per evitare che altri bagarini lavorino. Una delle ronde così dopo il giro attorno allo stadio riferisce a Boiocchi: «Zio, ho fatto il giro bagarini non ce ne sono neanche uno: zero!».