La notizia ci coglie impreparati e di sorpresa. Tutto avremmo potuto immaginare in quel momento tranne che Pippo si fosse tolto la vita se questo è vero, ammesso che sia vero. Ci sono gli agenti del commissariato di Battipaglia agli ordini del vice questore Lorenza Cicciotta ad indagare sull’acccaduto.. Prima di scrivere ci ho pensato mille volte, il mestiere di cronista ci mette davanti questa notizia che dobbiamo trasmettere perchè Pippo era un uomo pubblico, era conosciuto, era amato e poi perchè il fatto è di cronaca. L’amicizia che ci legava era stata molto intensa a cavallo tra gli anni 2015,2016 quando per fare il piacere ad un amico dalla serie C accettò di giocare in eccellenza dove si fece male e dovette stare fuori per almeno 7 mesi. Un colpo del ko, avrebbe messo al tappeto chiunque non lui un grande guerriero. Fu in quel periodo che lo conobbi attraverso un amico in comune Dario Russomanno che me lo presentò. Ci fu subito empatia tra noi. Pippo andò al nord da solo ad operarsi al ginocchio rotto e rimase da solo in un letto di ospedale per lungo tempo prima di tornare e avviare un percorso di riabilitazione drammatico tra la voglia di riemergere e quella di riavviare il discorso calcio, il suo amore. Fu in quel momento che la nostra amicizia ci cementò, scoprii un ragazzo strepitoso al quale volli subito bene. Un guerriero che si era molto affezionato, una stima e un rispetto reciprogo. Lunghe serate e notti ad Agropoli a discutere a parlare con la straordinaria Popuzza, sua figlia, l”amore per la moglie Mina e tante altre cose. Sono stato testimone di molte delusioni che ha avuto dopo l’inforunio. Molte porte in faccia di cui potrei parlare , arrivate da persone che gli erano state vicini nei momenti di passione e gloria della sua carriera e che gli avevano voltato le spalle dopo l’infortunio. Fu un momento per lui molto negativo ma sempre affrontato con prontezza, a testa alta, con la serietà di uomo vero, mai banale, sempre attento ai rapporti, gentile, cordiale. Una grande delusione l’aveva provata con la morte di Ulisse Busti, lo aveva sconvolto, provato,

 

Pippo era bello, bello dentro più bello di quanto si potesse credere. Ti trasmetteva passione, vicinanza, si preoccupava di tutto. Era sensibile e amava la vita per la quale dava tutto se stesso. Non lesinava forze, giocava e lavorava, dalla fabbrica alla terra con le sue mani già provate nonostante la sua giovane età. Quant’era caro Pippo. La sua popolarità nemmeno sapeva di averla, bandiera irpina, figlio di quella Battipaglia umana e sociale di cui andava fiero ma anche viceversa. Era sempre pronto a venire in trasmissione e con lui ho fatto centinaia di programmi sportivi. Appena lo chiamavi era disponibile. Una delle sue più grandi delusioni era stata quella di non essere rientrato nell’Avellino dopo l’ultimo fallimento e la seconda ripartenza dalla serie D. Opinionista delle tv irpine proprio tra i tifosi della lupa era amatissimo. Da circa un anno non ci eravamo più sentiti ma l’affetto reciprogo è sempre rimasto. Essere stato suo amico ci inorgoglisce. Ancora non riusciamo a crederci, a capire, a spiegarci. E ora Mina ,Popuzza, Domenico i suoi amori, quella famiglia per la quale ha gettato il cuore oltre ogni ostacolo, non lo vedrà più. Un destino crudele. Pippo perchè. Perchè. Cosa è successo,perchè. Non ci sembra vero. Pippo perchè. E’ assurdo. Sergio Vessicchio