PIRLO HA DISTRUTTO LA JUVENTUS ORA PERO’ CACCIATELO, NEL FINALE RONALDO LA VINCE 1-2
Siamo stati buon profeti. Il 9 agosto scorso dicemmo che Agnelli aveva voluto rompere il giocattolo e la Juventus non si sarebbe qualificata per la champions league. E il giocattolo si è fatto in mille pezzi. I cocci non si raccolgono più. Pirlo ha fatto sfacelli. ha distrutto la Juventus riducendola ad un ammasso di carne da macello. Pirlo ha fatto un’opera d’arte per gli avversari, nessuno avrebbe fatto tanto. Purtroppo si è verificato tutto quello che abbiamo detto. Pirlo meriterebbe di essere preso a calci in culo e messo alla porta subito. Ma Agnelli è il padrone della Juventus è comanda lui. Da precisare una cosa. Nella disfatta non bisogna includere Paratici e Nedved loro non hanno mai voluto la scelta di Pirlo, l’hanno subita. E’una vergogna. E’ uno scandalo. Tutte le pressioni di Nedved e Paratici dopo la sconfitta con la Fiorentina in casa nelle feste di Natale per cercare di fare il cambio di panchina ma fu fermo sulle sue posizioni il presidente Agnelli e Pirlo rimase al suo posto. Anche l’Udinese ha fatto la sua bella figura contro la squadra di Pirlo. Di fronte al 4-4-2 l’Udinese ha dominato in lungo ed in largo, la Juventus lenta, macchinosa e priva di schemi è stata soggiogata dai friulani meglio messi e soprattutto meglio preparati. In vantaggio la squadra di casa in avvio di partita con Molina la formazione locale ha sbagliato una serie di palle goal perchè è arrivata spesso alla conclusione. Squadra, la Juventus, incapace di mettere su un’azione degna di nota, l’Udinese ha fatto quello che ha voluto sbagliando molto in zona goal. Poi il finale di partita con un Ronado da protagonista assoluto. Batte una punizione sul quale un difensore prende la palla con le mani, rigore trasformato da CR7. Poco più tardi Rabiot, da poco entrato con un importante impatto sulla gara, crossa in area dove Ronaldo spinge la palla in rete di testa regalando la vittoria alla Juventus e salvando la panchina di Pirlo a un minuto dalla fine. Sergio Vessicchio