US AGROPOLI, AGRESTA-COSTANTINO-VITELLI TRE TOP DIMENTICATI, CIANFRONE SOTTO ACCUSA

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 2 persone, persone in piedi e testo

Al primo posto una squadra va sempre esaltata ed è quello che si sta facendo per l’Agropoli meritatamente al primo posto anche se in condominio con il San Marzano. Le attese erano altre per l’organico a disposizione dello staff tecnico. In parte il primo posto da risposte chiare agli investimenti della società ma non accontenta i massimi vertici societari. Non solo per il primato insieme al San Marzano contro il quale l’Agropoli ha fatto una figuraccia ma anche per lo scarso seguito dell’Agropoli. Il presidente si aspettava più pubblico, nemmeno con i cancelli aperti la gente si reca allo stadio, flop per le dirette social a testimonianza che l’interesse non c’è e soprattutto nessuno altro sponsor o qualche altro socio sta dando una mano al presidente e alla società e questa è la cosa più grave. Squadra al primo posto e nessuno ne parla, sui giornali si parla di altro. Lasciato solo e questo non ci sembra giusto ed è irriverente. Tanti sono gli investimenti fatti dal presidente e gli sforzi economici e solo per quelli l’Agropoli è al primo posto. Manca l’allungo che doveva arrivare dall’allenatore, questo è stato l’errore, scegliere un giovane, con un caratterino tutto particolare, inviso ai giocatori(non temiamo smentite), con idee pur rispettabili ma sballate e con errori marchiani in tutte le partite, non ha fatto decollare il progetto.

LA GUERRA AI GIOCATORI

Il tecnico è in guerra con alcuni giocatori. La cosa a più riprese esce dal “silenzio” sacro degli spogliatoi e fa il giro dei social, degli addetti ai lavori, dai procuratori e dai colleghi. Su tutti Cianfrone la guerra la fa in pimis ad Agresta un calciatore che ha vinto solo un anno e mezzo fa la D con il Picerno e che ha vestito maglie professionistiche su tutte Salernitana e Paganese. Non gli fa mettere minuti nelle gambe, lo ha isolato. Costantino è stato messo alla berlina, il giocatore dal canto suo si è fatto redarguire per qualche arrivo non in orario all’allenamento  allenamento ma tra panchine, sostituzioni e impiego fuori ruolo un senatore come lui sta per perdere la pazienza. Vitelli è un giocatore brillante, vanta numeri di alta scuola ma lui preferisce far giocare i centrocampisti e non lui, qualche infortunio lo ha avuto ma è stato superato. Questi tre sono i più evidenti, hanno tutti e tre un passato importantissimo e una personalità assai spiccata e lo sanno tutti che l’allenatore soffre gente di personalità, lo sanno tutti, per questo motivo la scelta non si è rivelata azzeccata, doveva fare un pò più di esperienza. Dagli spogliatoi esce un quadro a tinte fosche sul gradimento all’allenatore. La società non parla, il silenzio è assordante, ha già tastato Marco La Greca (leggi qua). I dirigenti non si espongono anche se in quelle pochissime dichiarazioni non ufficiali, nella diatriba tra giocatori e allenatore, giustificano più il tecnico. La squadra è avversa all’allenatore ma non ci vuole la zingara per capirlo. Se Vico Equense è l’ultima spiaggia è difficile dirlo, la valutazione degli esponenti societari sul tecnico è negativa non tanto sul discorso tecnico, anche su quella, ma sul carattere e sul comportamento poco distensivo e conciliante dell’allenatore che ha fatto inasprire l’ambiente diventato frizzantino.

LA MANCANZA DI SEGUITO PUO’ ESSERE FATALE

Senza tifosi, senza ultras , con un seguito striminzito e solo pochi affezionati che grazie a Dio fanno il tifo ma sono ragazzini, non si va da nessuna parte. Il presidente è molto seccato di questo, si aspettava di più. Per giunta c’è anche chi fa delle critiche gratuite e non consone all’andamento della squadra, notizie poco edificanti nei suoi confronti sono arrivate da qualche tesserato davanti al bar, stanno facendo indignare il numero uno azzurro stimato e acclamato da tutta la città anche se la gente poi non va al campo e questo potrebbe essere fatale nell’ambito di una valutazione generale di fine stagione. Sergio Vessicchio