US AGROPOLI,IL CAPITANO LANDOLFI APRE IL CENTENARIO ED ESALTA IL PRESIDENTE PIU’ LONGEVO DELLA STORIA DEI DELFINI

Sfoglia l’abum dei ricordi prorpio lui che incarna con franchezza la storia dell’Us Agropoli con quel cognome che si ritrova, Gianmarco taglia il nastro del centenario . Un cognome legato alla storia della città che si è legata a questo nome. Un insegnante eroe di guerra Gino Landolfi al quale questa città gli ha intitolato il campo sportivo diventato volgarmente un parcheggio capace di macchiare la storia della città e dove dovrebbe ritornare il campo in un ridisegno del centro di Agropoli,gli ha intitolato una scuola elementare e una strada e tante altre cose.Un tenente che morì a soli 26 anni durante la seconda guerra mondiale il 7 gennaio del 1943 sul fronte del Don in Russia.Era nato l’ 1 gennaio del 1917. Un nome indelebile che rimbalza nella mente e nella storia di coloro che in quasi un secolo hanno abitato la città di Agropoli. Ironia della sorte la cosa che più si identifica nell’agropolesità è la squadra di calcio nata 4 anni dopo la nascita di Gino Landolfi e che ha scandito la vita di Agropoli. Non meraviglia l’attaccamento ai colori dei più estenuanti sostenitori della città che integrano il loro amore per Agropoli nella vita dell’Agropoli molti dei quali accorsi al capezzale della squadra durante la pandemia per salvarla. Chi ama Agropoli ama l’Agropoli e francamente ci dispiace dire che sono rimasti in pochi. Ma quanto bastano per traghettare la fase del cambio di generazione fino a quanto si riprenderà coscienza dell’importanza dell’Agropoli. La coincidenza molto particolare è che Gianmarco Landolfi è il capitano nell’anno del centenario e Vincenzo Margiotta, nipote del grande nonno che si ritrova, sono nell’Agropoli del centenario. Non passi inosservata questa cosa perchè è un segno del destino. Due ragazzi strepitosi ai quali vogliamo tutti bene,che incarnano perfettamente l’Agropoli delle vecchie generazioni e rappresentano tutti coloro che a vario titolo hanno scritto la storia di questa squadra. Gianmarco apre l’anno del centenario aprendo i libro dei ricordi e fa tenerezza per come d’impatto lo scrive sui social che è la piatttaforma che ha sostituito “miezz u cumun”dove prima si scambiavanole idee e ci si confrontava. Il suo istinto non lascia scampo all’estemporaneità del gesto intellettuale che questo ragazzo, pieno di franchezza, col piglio del saraceno e il cuore del delfino a sostegno della sua incommesurabile storia familiare di cui faceva parte quel Gino Landolfi inno e bandiera di questa città.Gianmarco apre alla riconoscenza, sentimento che Agropoli ha dato a Gino Landolfi dal quale si è fatta rappresentare,e dà il podio a Cerruti il presidente più longevo della storia dei delfini con i suoi 9 anni di presidenza e 4 campionati vinti con due amare retrocessioni.La riconoscenza è il leit motiv di questo centenario perchèl’Agropoli deve essere riconoscente a chi ha retto il gioco per tutti qusti anni.Queste le sue parole:

Ogni foto è un ricordo ma alcune hanno un significato particolare. Oggi sfogliando l’album dei ricordi ho trovato questa immagine(foto) alla quale sono particolarmente legato. Davanti a me non c’è solo un imprenditore ma una persone senza eguali. Come Domenico Cerruti , un signore dentro e fuori l’ambito calcistico. Grazie a lui la NOSTRA Agropoli ha vissuto concretamente il sogno Serie D. Per me è stato un orgoglio farne parte. Vorrei solo che tutte le persone capissero l’importanza della sua figura nella nostra società e che lo acclamassero come si acclamano solo le grandi persone. Sono orgoglioso, oggi, domani e sempre di essere il capitano di questa squadra guidata anche da Domenico Cerruti. Amici agropolesi, guardate indietro e ricordate con affetto gli anni gloriosi della serie D”.

E’ stato un modo dirompente per rompere il ghiaccio e aprire l’anno del centenario. La riconoscenza rispolverata da Landolfi è la fondamenta del centenario nell’epoca della freddezza, dell’indifferenza, dell’irriconoscenza. Gianmarco Landolfi ha colto in pieno il sentimento di riconoscenza, lui apparentemente schivo e antidivo, spesso refrattario, tanto da nascondere il suo bel viso sotto un’incolta barba,ma così vero e spietato nel suo inconscio tanto da piacere a tutti. E la riconoscenza è anche lo strumento che il destino adotta per il centenario nella presenza di Margiotta simbolo di longevità, nipote non solo del grande nonno ma anche di uno zio che ha accomunato classe e saggezza facendo del calcio la base per la sua professione di uomo di legge e di insegnante con il suo piede vellutato e la sua inteligenza senza confini. Ma anche figlio del più grande giocatore di calcio che questa città ha mai avuto capace di superare il maestro che era suo padre. Quando si parla di centenario dell’Agropoli si spalancano le porte di una storia affasascinane,bella,ricca di cui le nuove generazioni devono esserne al corrente. La presenza di Vincenzo è troppo importante nel simbolo storico dell’Agropoli perchè da “Vincenzo a Vincenzo passando per Lorenzo e Federico” si sono scritti lunghi capitoli di questo centenario di per se già molto ampio e pieno di tante ma tante altre storie che, si spera, emergano in questo anno. E gli occhioni di Vincenzo che dal verde passano all’azzurro sono lo specchio fedele di una città che l’azzurro c’è l’ha nel dna. Occhioni che fanno capolino su quel sorriso inebriante del centravanti del centenario.Se solo sapessero i giovani cos’è l’Agropoli riempirebbero il Guariglia in ogni ordine di posto. Ma forse anche noi, e con noi tanti altri,non siamo stati bravi a raccontare la storia di una squadra che non può essere solo una squadra ma è un motivo di vita, la storia è lunga e rischiamo di ammornbre la gente, i lettori e tutti coloro che si sono avventurati nella lettura. Per chiudere la chiosa non può non andare all’attuale presidente, Nicola Volpe, anche qui il destino si è divertito a ricamare. Sicuramente è il giocatore che più sentimentalmente si è legato all’Agropoli tanto da farne un simbolo della propria esitenza. Questo non gli si può non riconoscere e guarda caso è lui il presidente del centenario,giusto. Svendola badiera svendola,naviga delfino naviga, l’Agropoli è il timbro di questa città come lo sono i pescatori,come lo sono i momunemti storici dei questo paese. Buon centenanrio a tutti. Sergio Vessicchio