FIRENZE CULLA DELL’INCIVILTA’: QUANDO IL PESCE PUZZA DALLA TESTA!

 

 

 

Firenze culla dell’inciviltà: quando il pesce puzza dalla testa! Abbiamo sganciato la bomba, la nostra solita provocazione, e abbiamo ottenuto quello che volevamo, ovvero aprire gli occhi su una vergogna che da anni si perpetra a Firenze diventando una vera e propria costante. Il clima di odio e di incitazione alla violenza che ogni anno si respira a Firenze ogni qual volta giochi la Juve è una cosa aberrante e schifosa, poi se mischiata al razzismo e al momento storico post pandemico e con una guerra sanguinosa in corso assume i connotati dello scandalo, anzi della merda! Non tornerò indietro in quello che ho detto, me ne assumeró le responsabilità come ogni volta, ma nessuno metterà a tacere lo schifo al quale ogni volta siamo costretti ad assistere. Una partita di calcio trasformata in una guerriglia, un clima di odio e di violenza che si tagliava a fette, una caccia all’uomo anzi ad un ragazzo di 22 anni che oltre a tanti gol ha portato in dote bei soldini nelle casse della società viola e che ha dovuto subire per tutto l’arco della gara cori e insulti vergognosi sentendosi chiamare costantemente ZINGARO. Vorrei ricordare al popolo viola che il termine dispregiativo zingaro deriva dalle conseguenze della guerra nei Balcani, quando tanta povera gente per scappare dai bombardamenti e dalla guerra era costretta ad emigrare per salvare la propria vita e quella dei propri cari, diventando di fatto nomadi, e nonostante una guerra in Ucraina che si sta trasformando in un vero genocidio di massa il popolo viola e la città di Firenze ha pensato bene di insultare per più di 90 minuti un ragazzo di 22 anni per le sue origini slave mancando quindi di rispetto anche a tutte le persone che scappano dalla guerra di Putin, e noi dovremmo accettare tutto questo schifo? Dovremmo girare la faccia dinanzi a questa montagna di merda?? Giammai! Altra vergogna infinita è stata quella di inneggiare alla morte di Scirea e alle 39 vittime dell’Heysel, una costante che da anni va avanti ogni qual volta la Juve ha la sfortuna di giocare in quello stadio, il Franchi, culla dell’inciviltà.

 

 

 

Ci sono famiglie distrutte da quelle tragedie, gente che ha perso la vita, e dinanzi a ciò abbiamo l’obbligo morale di gridare il nostro dissenso a squarciagola. Ma la vera domanda non è quella perché Vessicchio non chiede scusa, non perdiamoci in frivolezze, ma perché il SINDACO di Firenze non prende le distanze da quello che fanno i suoi cittadini nel suo stadio? Perché non condanna con fermezza queste manifestazioni pubbliche di RAZZISMO BECERO colme d’odio dove si inneggia anche alla morte di altre persone?? Perché non si discosta da questo teatrino vergognoso che ogni volta si manifesta in quello stadio che andrebbe chiuso per ciò che succede al suo interno! Per questo motivo siamo stati costretti a definire Firenze una città di merda, a prescindere dai gusti personali sulla bellezza della città che può o non può piacere al sottoscritto o ad altri, ma se il SINDACO della città di Firenze, la massima carica e autorità rappresentante, ogni qual volta la Juve giochi al Franchi permette questa vergogna e non prende MAI le distanze da queste manifestazioni di ODIO e RAZZISMO, nemmeno con dichiarazioni di facciata, ci lascia intendere allora che l’intera città di Firenze è allineata a quel tipo di pensiero. Ci dispiace per i fiorentini per bene, per quelle persone oneste che rappresentano a pieno la città e la storia di Firenze, ma il pesce puzza dalla testa, e se una città e il modo di parlare non piace alla penna che vi scrive (gusti personali), questo non può mascherare una vergogna inaudita che da anni si verifica in uno stadio di calcio dove lo sport, soprattutto in un momento storico drammatico, dovrebbe unire e stringere la gente sotto la bandiera della pace. Il sindaco e la giunta comunale di Firenze invece di pensare a quello che pensa Vessicchio pensasse a civilizzare la propria città, a condannare certi scempi e a pulire un fiume inquinato dando un decoro appropriato alla città di Firenze e al proprio popolo. Sergio Vessicchio