Il presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio Gabriele Gravina nella giornata di ieri si è presentato in maniera volontaria alla procura di Roma in qualità di parte offesa nell’inchiesta derivante dalla Procura di Perugia riguardante il dossieraggio illecito. Nel corso di questo interrogatorio però la posizione di Gravina è passata da parte lesa ad indagato. 


Caso Gravina, quali sono le accuse?

Gabriele Gravina è stato accusato di appropriazione indebita e autoriciclaggio. Nello specifico sono sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti: l’assegnazione del bando del 2018 per il canale tematico della Lega Pro alla Isg Ginko, l’opzione sulla vendita di una collezione di libri antichi nella disponibilità di Gravina (valore dell’operazione stimato tra i 250 e i 350 mila euro), e persino l’acquisto di un appartamento a Milano per la figlia della compagna.

Con autoriciclaggio si intende un’ attività illecita che viene compiuta successivamente ad un altro reato che potrebbe essere ricettazione o appropriazione indebita, con lo scopo di dissimulare concretamente i proventi o i beni ottenuti illegalmente. Viene punita con la reclusione da quattro a dodici anni e con la multa da 5.000 a 25.000 euro. L’altra accusa invece mossa verso Gravina è quella di appropriazione indebita ovvero far propri beni o denaro altrui. Punibile con una querela con la reclusione da due a cinque anni e con la multa da 1.000 a 3.000 euro. Nel corso delle indagini comunque Gabriele Gravina resterà il presidente della FIGC. L’eventuale decisione sul suo futuro verrà presa in seguito alla sentenza definitiva. 

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