LIPPI:”IN CINA SONO STATI RIGOROSI,NON BISOGNA USCIRE DI CASA”.L’EX CT RILASCIA UNA LUNGA INTERVISTA

Lippi è stato ospite di sky nel pomeriggio di oggi.L’ex ct della Nazionale e allenatore della Juve Marcello Lippi parla a Sky Sport: “Come passo le giornate? Come le passano tutti, con grande attenzione a rispettare le restrizioni, sperando che inizino ad arrivare risultati, poi voi ci date una grande mano, ci rivediamo tutte le partite, non solo Juve e Italia ma di tutti i grandi campioni italiani che sono di grande incoraggiamento per questa partita così difficile”.

CINA – “Lì è stata affrontata con grande rigore, soprattutto a Wuhan che è stata isolata, 60 milioni di persone. E’ stata vinta sotto il profilo della battaglia contro il virus. Hanno riaperto la città, ristoranti, alberghi. Non hanno più contagi ma tutti quelli che tornano dal mondo hanno trovati circa 500 contagi e li hanno messi tutti in quarantena, l’unico problema arriva da quelli che vengono da fuori”.

SQUADRE – “Il rapporto con la squadra è importante. Fermo restando la competenza di tutti, quelli che riescono a ottenere risultati maggiori sono quelli che riescono letteralmente ad entrare nella testa dei propri giocatori. Non mi è mai interessato né il fratello maggiore nè il padre. Ho sempre voluto essere una guida e dare la sensazione di poter raggiungere i risultati. Ai grandi leader ho anche chiesto di aiutarmi per risolvere dei problemi, quando hai grandi allenatori e grandi uomini e giusto coinvolgerli”.

MONTERO – Arriva un messaggio di Montero: “Persona straordinaria – dice di lui Lippi -, grande campione e uomo amato da tutti i compagni. Ho avuto la fortuna di avere grandi uomini. A volte la natura regala alla natura grandi qualità ma loro non fanno niente per farle fruttare. I leader non li decidono gli allenatori o i direttori, nascono nella quotidianità dei rapporti, l’allenatore deve far sentire tutti importanti”.

FINALE – “C’era in tutti la convinzione che fosse l’anno giusto. Nel ’98 ci aveva battuto ai rigori, nel 2000 al Golden Gol. Contrariamente a cosa pensa la gente, prima di una finale di Coppa del Mondo non si dice nulla di particolare alla squadra. Durante le sei partite precedenti si crea una sensazione di forza. Allenare ancora l’Italia ho già dato. In termini entusiastici come in questo caso, meno come in Sud Africa, la terza volta sarebbe troppo. Non ho più intenzione di allenare, specialmente i club. Magari tra qualche mese se non ho voglia di far niente, se capita una Nazionale non lontana come la Cina ci penserei. Chiamate ce ne sono già stata ma è capitata anche questa cosa, pensiamo a finirla il prima possibile, che smetta, questo virus, di ammazzare le persone. Facciamo passare l’estate e vediamo”.

RIPRESA – “Ti dico il mio pensiero di cittadino ma sta diventando troppo lunga. Come dicevo prima, si stanno prospettando dei momenti dal punto di vista economico di grande difficoltà, soprattutto per certe categorie di persone. Nel momento in cui sarà scongiurato il problema, quando sarà possibile, a parere mio ancora non si può ricominciare, neanche tra un mese. Quando sarà scongiurato, almeno a porte chiuse. Certo che non è bello ma almeno vediamolo in tv, vediamo finire il campionato. Io sono contrario ad assegnazioni straordinarie, se c’è una squadra che ha meritato deve giocarsela fino in fondo. Chi sta risalendo perché non deve lottare? Quando sarà tutto finito ricominciamo. Non importa quando ma ricominciamo”.​

MESSAGGIO ANCHE DI RAVANELLI – Partono le immagini della finale di Champions del ’96: “Solo lui poteva riprendere quella palla lì. Quando rivedo le immagini mi commuovo, ricambio l’abbraccio di Fabrizio e lo ringrazio”.

AFFETTI JUVE – “Quando ero alla Juve tutti gli anni c’erano grandi cessioni e grandi acquisti ma c’era lo zoccolo duro dei Peruzzi, Ferrara, Torricelli, Di Livio, loro rimanevano sempre e mi davano una grande mano a far capire ai nuovi cosa voleva dire giocare nella Juve. Sono affezionato a tutti ma in particolar modo a loro”.

MESSAGGIO DI LIVIO – “Squadra di pazzi? Ci vuole, un po’ di estro e vigore, solo coi bravi ragazzi non si va da nessuna parte. Il primo giocatore che ho fortemente voluto alla Juve era Paolo Montero. Ne parlai con Moggi e mi disse: ‘Chiamalo’. Stava andando nella sede dell’Inter, gli dissi di non andare e di andare a Torino ed è quello che fece. Un altro giocatore che ho voluto è Nedved, Buffon e Thuram partecipai anche io alla trattativa, andai a Parma. Un altro è stato Camoranesi che con il Verona ci aveva fatto impazzire. Tanti grandi li ha scelti la società come Zidane”.

GROSSO – “Il quinto rigore non sapevo a chi farlo battere. A volte è importante ai calci di rigore, a lui dissi: ‘Batti il quinto’. Gli dissi: ‘Si, sei quello dell’ultimo minuto, lo batti te’. Dopo che è successo non ricordo cosa gli ho detto. Era stravolto, qualche anno prima giocava in B e diventare determinante a un campionato del Mondo è eccezionale”.

DI CANIO – “Era un grande giocatore, ci fece vincere a San Siro con il Milan di Capello con quei dribbling stretti. L’ho allenato al Napoli, quando si seppe che sarei andato alla Juve venne da me e mi disse: ‘Mister, portami con te, riportami alla Juve’. Gli dissi che ci avrei provato ma purtroppo non fu possibile”.

DE ROSSI – “Ritorno alla Roma? Per me sì. Mi viene in mente l’esordio in Nazionale, lo presi dall’Under 21 di Gentile ma io dissi a Gentile, mi spiace che ti porto via un giocatore importante ma quando i giocatori sono forti devono giocare in nazionale. E’ un ragazzo straordinario, molto esuberante. Ogni tanto fatica a controllarsi e gli è costato 3 partite di Mondiale. L’unico modo per rigiocare era andare in finale, quando c’è stato bisogno non ho avuto problemi a farlo giocare. Aveva sbagliato, aveva pagato ed ebbe la soddisfazione di battere un rigore determinante. Sono sicuro che farà una carriera importante come allenatore”.

NAZIONALE – “Ricordo i gol di Schillaci che ci facevano sognare, le notti magiche che è diventata la nostra canzone di accompagnamento, era nato a Italia 90. Ci fecero entusiasmare tutti ma non finì come speravamo, quel Mondiale lì lo ricordo in maniera particolare”.