PALMESE GRANDE SOCIETÀ E PROGETTO IMPORTANTE, MA COSA CI FA PIETROPINTO IN PANCHINA?

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Potrebbe essere un'immagine raffigurante ‎4 persone, persone in piedi, persone che praticano sport, attività all'aperto e ‎il seguente testo "‎พร toi و SPE 23 rosso di Danilo Gemito‎"‎‎

 

 

La Palmese rappresenta una di quelle piazze che da sempre è il fiore all’occhiello del calcio in Campania, una squadra colma di storia il cui blasone è rinomato nella geografia calcistica grazie anche ai trascorsi nel professionismo ed una tifoseria passionale senza eguali. Il ritorno del patron storico Mario Rega ha riportato entusiasmo e una categoria nazionale come quella della serie D che mancava da tanti troppi anni a Palma Campania, fiancheggiato da una società modello con alle spalle un tifoso importante come Danilo Iervolino attuale presidente della Salernitana. Ma come tutte le cose belle oltre ai (tanti) aspetti positivi ci sono le cosiddette note stonate che macchiano e inquinano non solo il contorno ma anche il cuore di un progetto ambizioso come quello della Palmese. Come tutte le cose belle esiste l’altro lato della medaglia rappresentato da un “allenatore”, o presunto tale, di nome Pietropinto, a cui ancora hanno il coraggio e lo stomaco di affidargli una panchina, un ex (in tutto) allenatore datato, superato, che fa dell’anticalcio il suo modus operandi. Ci meravigliamo ancora come uno come Pietropinto continui ad essere chiamato a condurre una squadra di calcio, un pluriesonerato, vertenzaiolo, uno che ha preteso, per tre sole giornate,  i soldi a Cerruti ad Agropoli (chiedete a Cerruti e a Magna cosa combinò questo personaggio), fallimentare sotto tutti gli aspetti, fece la vertenza dopo che il figlio si dimise da massaggiatore penalizzando l’Agropoli con sdegno dopo essersi fatto raccomandare da qualcuno di Palma Campania a un dirigente di Palma Campania dell’Agropoli. Negli anni invece di andare in pensione ha pensato bene di arrotondare con qualche spiccio in qualche società piazzando il più delle volte anche il figlio fisioterapista (scarso anche lui) al quale faceva fare vertenza a sua volta. Negli ultimi anni ha fallito ovunque è andato facendo sperperare fior fior di quattrini alle società non raccogliendo nulla se non l’anno scorso dove è salito di categoria grazie a due pareggi ai calci di rigore in un torneo dei bar quale il format dell’eccellenza la scorsa stagione. Inutile che ci giriamo intorno, c’è qualcuno di Palma Campania che lo protegge e lo va raccomandando e non solo a Palma ma anche in altre piazze. A Palma i malumori sono già evidenti, i calciatori e i dirigenti sono già stufi di Pietropinto e del suo calcio ai tempi di Garibaldi, la piazza ora, in attesa del nuovo stadio gioiellino, è molto esigente e dal palato fine, ragion per cui per Pietropinto ci sarà vita breve e se non dovessero arrivare i risultati, dopo i tanti sforzi profusi dalla società con una campagna acquisti sontuosa, verrà spazzato via una volta per tutte e scommettiamo che nessuno più avrà il coraggio di contattarlo lasciandolo così dedicare ai nipoti la domenica pomeriggio. Palma merita sicuramente altri contesti e altre categorie, come merita sicuramente qualcuno che rappresenti a meglio il blasone di questa piazza, e non un ormai scarso e superato “allenatore” che pratica il famoso “mazz e pivz”. Sergio Vessicchio

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