PAULO SOUSA RESTA ANCORA UNA SUGGESTIONE PER LA SALERNITANA

0

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 2 persone e folla
Paulo Sousa resta – ancora – la suggestione che più mi intriga come mister-manager e come ideale guida della squadra e dell’ambiente granata per dare stabilità ai processi di sviluppo delle ambizioni del club e di evoluzione della mentalità della piazza.
Paulo Sousa, soprattutto, resta – ancora – l’allenatore della Salernitana per la prossima stagione e pure per quella successiva.
C’è il contratto, sottoscritto a febbraio scorso, che certifica la prosecuzione del rapporto di lavoro, con l’esercizio della clausola di rinnovo da una parte e con la facoltà di riservarsi di accettarla dall’altra parte.
Ci sono le dichiarazioni, recenti e ufficiali, che lo attestano: il direttore sportivo Morgan De Sanctis è convinto che “il progetto Salernitana continuerà con Paulo Sousa”, l’amministratore delegato Maurizio Milan è sicuro che “l’allenatore è Paulo Sousa”, l’agente Hugo Cajuda sostiene che “Paulo Sousa ha dimostrato più volte la felicità per tutto per tutto quello che ha trovato e vissuto alla Salernitana e che il suo assistito non ha ricevuto alcuna offerta ufficiale da un’altra squadra”.
Ci sono i silenzi assoluti (tanto che ci si sta scervellando nel riesumare interviste “datate”) dei due diretti interessati, che lo legittimano: neppure una parola dal presidente Danilo Iervolino, neppure un messaggio sui social dal tecnico Paulo Sousa.
Ci sono i rumors, incontrollati, del mercato che lo scalfiscono ma che ancora non lo invalidano: contatti, confronti, ammiccamenti, dialoghi, disponibilità, forse incontri, tra l’allenatore portoghese e altri (uno, due, tre, o chissà quanti interlocutori: contarli non mi appassiona!), che rientrano nella sfera della liceità di un accordo tra lui e la Salernitana definito senza paletti rigidi.
Ci sono le reazioni – in parte – spropositatamente isteriche, incomprensibilmente disfattiste e volgarmente stizzite della tifoseria granata, sia reale che virtuale, che invece lo demoliscono.
Quest’ennesima telenovela (a prescindere da come finirà) dell’estate calcistica, che già intravedevo all’orizzonte anche quando si faceva a gara per negarne l’esistenza e per dare acquisita la “fumata bianca”, e che proprio per tutta questa elettricità che avrebbe generato – non mi sbagliavo, purtroppo! – volevo che fosse risparmiata a tutti noi, ha già fatto abbastanza danni.
E ha alterato l’obiettività di giudizio, fino a mistificare la storia dell’ultima stagione, negando meriti a chi se li è conquistati lavorando (e bene!) sul campo, tanto da guadagnarsi estimatori sia in Italia che all’estero.
Comprendo che la “pausa di riflessione”, il “giro di orizzonte” e in particolare “l’interlocuzione” con il Napoli, specie dopo gli attestati d’amore e di fedeltà, abbiano intaccato il forte legame di fiducia tra il popolo granata e l’allenatore portoghese, ma non condivido gli eccessi, le esasperazioni, le intolleranze degli ultimi giorni: è il residuo di un “provincialismo” di cui proprio non riusciamo a liberarci.
Questo, invece, è il momento in cui occorre maturità, equilibrio, razionalità, anche pragmatismo: testa, insomma, e non cuore o peggio ancora pancia.
Quella testa che mi auguro, nell’interesse della crescita del progetto Salernitana, possa guidare Iervolino e Sousa nell’andare “Avanti” insieme, convintamente. O nel separarsi, consensualmente, senza ricorre al “foglio di via obbligatorio”, dopo una collaborazione professionale che ha giovato – finora – ad entrambe le parti.
E che – non dimentichiamolo – ha riempito tutti noi di orgoglio e di soddisfazione. Enrico Scapaticci

Lascia un commento